Venite a scoprire in questo articolo il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, non ve ne parliamo noi, ma lo scrittore e caro amico Marco Conti.
Lasciamo subito la parola a Marco, che ringraziamo per averci fatto conoscere tanti altri piccoli paesi, come Clusone e Treviglio.
Il Villaggio Operaio di Crespi D’Adda
Il guest post di questo mese, è molto diverso come stile dai miei precedenti post, perché vi parlo di un posto unico, in cui la storia è presente in maniera decisa e palpabile.
“Crespi d’Adda è l’esempio più integro e meglio conservato di villaggio operaio in Europa.
Ha un’anima tutta sua, che trasporta ad un tempo e luogo lontani”
E’ questo che si legge sul sito del comune di Crespi D’Adda: un triangolo di terra di circa ottantacinque ettari, dove il Brembo si butta nell’Adda.
Cristoforo Crespi
È il 1877 quando prende forma l’utopia di Cristoforo Crespi: “Le cose utili possono e devono essere anche belle, costruirle nel modo più elegante è un dovere assoluto”.
Questo suo pensiero, visione ottocentesca utopica e velleitaria del mondo, permise di realizzare il primo villaggio operaio d’Europa.
Crespi D’Adda, frazione di Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo, è una bellissima testimonianza di archeologia industriale.
Cristoforo Benigno Crespi, appartiene a una famiglia di imprenditori tessili di Milano.
Ispirato dalle esperienze industriali inglesi, realizzò la prima industria tessile contestualizzata in un ambiente assolutamente alternativo e innovativo per gli operai.
Questo migliorava le loro condizioni di vita e di conseguenza producevano di più e meglio.
Crespi D’Adda Patrimonio dell’Unesco
Nel 1995, Crespi divenne Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Le modifiche susseguitesi nel tempo, non hanno in alcun modo intaccato la struttura e il microcosmo intorno alla fabbrica.
E’ tutt’ora intatta e situata sulla sponda sinistra dell’Adda, fra due assi stradali, uno dei quali è l’ingresso allo stabilimento.
Il grande opificio, è composto da quattro campi che rappresentano le quattro fasi della lavorazione del cotone.
E’ ancora intatta la ciminiera principale alta 70 metri, mentre sulle cancellate, si può ancora ammirare la stella a 8 punte, simbolo del villaggio.
L’azienda si è sviluppata nell’arco di 50 anni, divenendo con i suoi 4000 operai, una medio/grande azienda, fra le poche a quel tempo che vendeva anche all’estero.
La funzionalità del villaggio, va di pari passo con l’estetica a cui è stata data molta importanza: hanno lavorato a questo progetto i più grandi architetti dell’area milanese di quegli anni.
La nascita del quartiere abitativo
Il quartiere è composto da 20 unità famigliari di cui le prime tre hanno uno stile diverso che il figlio di Crespi non adotterà per le successive unità.
Sono più grandi, su più piani e esteticamente migliori delle prime che parevano caserme.
Queste unità famigliari, hanno anche soffitti più alti, grandi finestre, l’orto e il giardino, il tutto dato agli operai che non pagavano né luce né gas , nell’ottica di migliorare la salute e il benessere di ciascuno.
A Crespi nel 1892 venne costruita la prima scuola improntata a trasformare i bambini in futuri assistenti e dirigenti di fabbrica.
Nel villaggio c’era l’ospedale, la piscina, possibilità di fare sport e di divertirsi. Nel 1897 venne costruita anche la Chiesa che era la replica esatta del Santuario di Busto Arsizio realizzata dal Bramante.
Di pianta quadrata, con una cupola ottagonale, è situata davanti alla Villa padronale, conosciuta a Crespi come “Il Castello”.
Dopo la prima guerra mondiale, vennero realizzate altre unità abitative.
Le cinque dei capi reparto che si distinguevano dalle altre perché più grandi e realizzate in maniera più articolata per sottolineare la diversità del lavoro fra operaio e capo reparto.
Più ripetitivo il primo e molto più articolato il secondo.
Poi vennero create 9 splendide ville per i dirigenti. Di metratura molto più ampia, avevano un grande giardino ed erano disposte su più piani.
La particolarità di queste ville, è che sono tutte diverse perché ogni dirigente può con il suo intuito e la sua capacità, dare un’impronta pesante alla fabbrica.
La fine della famiglia Crespi
Nel 1929, crolla l’economia mondiale e finisce il sogno utopico della Famiglia Crespi. La fabbrica viene ceduta nel 1930 alle Manifatture Toscane.
Nel periodo del fascismo, le abitazioni di Crespi subiscono un criticabile ammodernamento.
Le case vengono dipinte alternativamente di bianco, rosso e verde, tranne la casa del medico e del parroco che dovevano differenziarsi dalle altre.
Questo perché dovevano occuparsi degli aspetti fisici e morali degli operai.
Nel 2003 la fabbrica chiuse definitivamente i battenti che vennero riaperti poi nel 2013 da un nuovo imprenditore deciso ad ampliare l’opificio.
Il cimitero di Crespi
A caratterizzare Crespi, c’è anche il lungo viale di cipressi che porta al suggestivo cimitero in stile decisamente anglosassone.
Qui i dipendenti venivano sepolti sempre a spese dell’azienda.
Le singole lapidi vengono sovrastate in maniera ingombrante dal maestoso mausoleo della famiglia Crespi.
Un monumento funebre di forma piramidale, con un ipogeo di cemento, realizzato con i ceppi dell’Adda.
Collocato in cima a una scalinata, emerge da terra e pare abbracciare tutti coloro che hanno in qualche modo contribuito alla vita di fabbrica.
Se volete leggere gli altri guest post dell’autore Marco Conti noi vi consigliamo Iseo e Monte Isola e Bergamo.
Incredibili anche i suoi viaggi on the road all’estero, in Scozia e in Norvegia.
Se anche voi volete vedere pubblicato il vostro articolo, potete scrivere per noi!
Potete raccontare di un viaggio, farci conoscere la vostra città oppure una ricetta senza glutine.
Scriveteci a saretta@iriseperiplotravel.com
7 Novembre 2022 alle 22:31
Interessante la storia e l’evoluzione del villaggio operaio di Crespi d’Adda. Partire da una realtà meramente lavorativa per giungere ad una realtà cittadina viva e reale è stato un progetto che mi piacerebbe veder realizzato anche in altre zone. Darebbe linfa vitale ad aree depresse nonché nuovi stimoli culturali, economici e sociali.
Maria Domenica
8 Novembre 2022 alle 06:01
Ciao Maria sono pienamente d’accordo con te. Pensa che mentalità all’avanguardia aveva Cristoforo Crespi!
Grazie del commento
Marco
11 Novembre 2022 alle 13:33
Ho letto recentemente il romanzo “Al di qua del fiume” che racconta la storia della famiglia Crespi e del villaggio operaio da loro fondato. Un libro bellissimo che mi ha fatto conoscere meglio questo pezzo di storia lombarda. Mi piacerebbe moltissimo visitare Crespi d’Adda e spero di poterlo fare a breve!
11 Novembre 2022 alle 14:30
Interessante il romanzo, lo metto subito in lista da leggere!
14 Novembre 2022 alle 11:02
Ciao Alesandra, grazie lo ordino pure io…molto interessante!
Marco
11 Novembre 2022 alle 15:42
Credo che Crespi d’Adda sia stato il “set” del mio primo workshop fotografico, quindi ho un ricordo particolarmente bello di questo luogo straordinario!
11 Novembre 2022 alle 17:45
Ah che bello, deve essere un luogo particolare da fotografare!
11 Novembre 2022 alle 17:16
Non avevo mai sentito parlare di questo posto, già dall’articolo sembra interessante la storia di questo posto.
11 Novembre 2022 alle 17:47
Anche noi non ne conoscevamo la storia, ringraziamo l’autore dell’articolo per avercene parlato.
11 Novembre 2022 alle 21:55
Sarei proprio curiosa di visitare questo paese ho avuto modo di vedere il film di Come nasce il tutto tramite la famiglia Crespi e mi è piaciuto davvero molto
12 Novembre 2022 alle 10:54
Crespi d’Adda è l’esempio meglio conservato di villaggio operaio in Europa perché è rimasto immutato dagli anni Trenta del secolo scorso. E’ indubbiamente una meta da visitare almeno una volta nella vita!
12 Novembre 2022 alle 15:06
Ho trovato l’articolo, davvero bello pieno di riferimenti culturali dischiusi tra i petali del tempo, che per alcuni luoghi non sembra esser passato, ho trovato il punto di vista dello scrittore affascinante, questa è una di quelle iniziative da usare anche per altre occasioni, prezioso intervento per far riscoprire il nostro paese anche ai giovani.
27 Gennaio 2023 alle 09:55
Un interessante pezzo di storia. Vedere come sono cambiate tante cose sulla vita delle persone anche da questo punto di vita insegna molto.
Un luogo da vedere.
Grazie!