Per la categoria Libri e Viaggi oggi vi vogliamo consigliare la lettura di Il centurione fortunato dell’autrice Margherita Cucco.
Continuate a leggere l’articolo per conoscere la trama del romanzo e la nostra recensione.
Non perdetevi anche la sua intervista, dove ci parlerà di sè, di questo e gli altri romanzi che ha pubblicato fino ad ora.
Di cosa parla Il centurione fortunato?
Il protagonista delle vicende narrate in Il centurione fortunato è il giovane Lucio Giulio Massimo.
Con la sua innata fortuna riesce a raggiungere il grado di centurione in pochissimo tempo.
Ma per colpa della sua immaturità e superficialità un giorno la fortuna gli volta le spalle e deve imparare a cavarsela con le sue forze.
Da qui gli succedono molte vicende incredibili ed imprevedibili avventure, dove conoscerà personaggi con difficoltà che lui non conosceva.
Questo gli permette anche di cominciare a mettere la testa sulle spalle e crescere interiormente, pensando al prossimo e alla cosa giusta da fare.
Un’ottima lettura questa dell’autrice Margherita Cucco, che con la sua scrittura semplice ma mai banale ci porta nel mondo del centurione.
Una storia che è una via di mezzo tra lo storico e il fantasy, dove le ambientazioni sono quelle del regno di Albània, che è l’odierno Azerbaijan.
Si denota subito dal metodo di scrittura che l’autrice è molto abile in questo genere storico e le situazioni del nostro Lucio Giulio Massimo sono sempre interessanti.
Un romanzo che si legge con accortezza ed è un titolo ottimo per dei momenti di relax, ci piacerebbe anche l’idea di avere un secondo libro con le vicende del centurione.
Questo racconto però fa anche riflette sul fatto che non si può sempre legarsi alla fortuna per vivere, ma bisogna sempre ed in ogni caso rimboccarsi le maniche!
Intervista all’autrice Margherita Cucco
Abbiamo voluto conoscere meglio l’autrice Margherita Cucco che ha gentilmente risposto alle nostre domande.
Leggete la sua intervista per sapere di più su di lei e sui suoi romanzi!
Ciao Margherita, raccontaci chi sei e come nasce la tua voglia di scrivere
Sono un’ex insegnante di lettere, che ha lavorato nei licei per quasi quarant’anni e ha molto amato il suo lavoro; però sono anche una che, fin da bambina, ha amato moltissimo la Storia e le storie, di qualsiasi genere.
Ho sempre inventato storie che mi raccontavo in silenzio o che, più tardi, raccontavo alle amiche oralmente o scrivendole a puntate in una serie di lettere.
Da studentessa amavo studiare la Storia, e da insegnante l’ho sempre privilegiata rispetto alle altre materie.
Alla scrittura di libri sono arrivata tardi, mentre mi avvicinavo alla pensione.
Sono stata colpita da un film che ho visto, e in particolare da un personaggio, ho continuato a pensarci fino ad esserne ossessionata.
E in conclusione ho deciso di sfogare questo tumulto mentale e di mettervi ordine scrivendo.
Così è nato il mio primo romanzo, “Esca il britanno”.
Che ho scritto per questa specie di impulso irresistibile, senza lontanamente pensare alla possibilità di pubblicarlo.
Poi l’ho fatto leggere ad alcuni amici e agli alunni di allora, non dicendo inizialmente che era opera mia; i lettori lo apprezzavano e mi esortavano a cercare di pubblicarlo, e così tutto è cominciato, in modo abbastanza casuale.
Ancora oggi ho qualche difficoltà a considerarmi una scrittrice professionista.
Scrivere per me non è un lavoro, è l’obbedienza agli impulsi che provo di tanto in tanto.
Che quasi mi obbligano a mettere sulla carta le elucubrazioni del mio cervello.
Forse è quella che si chiama ispirazione, la Musa degli antichi.
Sono esperienze spesso sconvolgenti, ma entusiasmanti.
E sono felice di ricevere di tanto in tanto questo dono, in un’età in cui si dovrebbe essere pacifici e ragionevoli pensionati…
Da dove nasce l’idea di questo romanzo, Il centurione fortunato?
Oltre ai libri, una delle mie grandi passioni sono i viaggi.
Prima che la pandemia ci bloccasse tutti, ho viaggiato molto, in diverse parti del mondo.
iInseguendo soprattutto le tracce di antichi popoli e civiltà, fedele anche in questo caso alla mia passione storica.
Nel settembre del 2015 ho fatto un bellissimo viaggio in Azerbaijan, l’antico regno di Albània, di cui sapevo ben poco.
Sono rimasta colpita in particolare dalla grande varietà di ambienti e paesaggi.
Uno dei luoghi che più mi hanno affascinata è stato il deserto del Gobustan, con le sue rocce coperte da migliaia di incisioni rupestri preistoriche.
E’ sconcertante il fatto che in questo ambiente così suggestivo si trovi un’iscrizione romana, abbastanza rozza.
In cui un certo Lucio Giulio Massimo, centurione della XII legione “Fulminata”, afferma di essere stato lì al tempo dell’imperatore Domiziano.
Quel nome piuttosto altisonante e quella presenza inspiegabile in un luogo che non è mai stato soggetto al dominio romano mi sono rimasti impressi nella mente.
E mentre il viaggio proseguiva fra tanti paesaggi contrastanti, dal mar Caspio al deserto, dalle campagne rigogliose alle vette del Caucaso, io mi chiedevo se il misterioso centurione fosse passato da quelle parti, e perché, e che cosa avesse provato, quali avventure avesse vissuto…
Non ci sono documenti storici che diano informazioni, perciò si può far lavorare la fantasia.
Dovevo però trovare un motivo plausibile per far arrivare il centurione da quelle parti.
E l’idea mi venne nel dormiveglia poco tempo dopo, in occasione di un altro viaggio, a bordo di un aereo che mi portava in Cambogia.
Da quel momento la vicenda si sviluppò senza difficoltà, e assunse anche una sfumatura di “giallo”, perché un genere narrativo che mi piace è anche il poliziesco.
Ho infatti narrato in “Tilde e il violinista” una vicenda poliziesca ambientata nella Torino di fine Ottocento, e l’ultimo romanzo che ho scritto, e che uscirà fra qualche mese, ruota intorno a un delitto commesso in un liceo, ambiente che conosco bene.
Un ultimo particolare voglio aggiungere sul mio centurione, che arriva molto lontano, ma parte da Augusta Bagiennorum, odierna Benevagienna, in provincia di Cuneo, nella zona di origine della mia famiglia.
Succede spesso che i miei personaggi abbiano molte avventure in terre remote, ma partano dai luoghi in cui anch’io ho le mie radici, e quindi abbiano qualcosa in comune con me.
Del resto, ogni romanzo è in qualche modo autobiografico e in ogni personaggio, anche apparentemente lontanissimo, c’è qualcosa dell’autore.
Quale dei tuoi libri preferisci e quale consiglieresti come prima lettura ad un nuovo lettore?
Per un autore i suoi libri sono un po’ come figli, e perciò gli è difficile esprimere una preferenza.
Devo però ammettere di sentirmi particolarmente legata ai libri che mi hanno aperto nuovi mondi, e che ho scritto seguendo quell’impulso irresistibile di cui parlavo prima.
Devo quindi menzionare il mio primo romanzo, “Esca il britanno”, grazie al quale sono entrata nel mondo della letteratura non più soltanto come appassionata lettrice, ma come autrice.
E’ un’opera in cui si trovano già varie caratteristiche della mia narrativa, che sono poi ricomparse in testi successivi: l’inserimento di una vicenda privata in un quadro storico più vasto, il tema dell’incontro-scontro fra popoli e civiltà, l’odio e l’incomprensione, ma anche la scoperta dell’altro e la solidarietà umana, e poi il fatto di essere in qualche modo un romanzo di formazione, la storia di un protagonista giovane che attraverso esperienze anche durissime arriva a conquistare una difficile maturità.
E infine anche qui c’è il tema del viaggio come scoperta del mondo e percorso di crescita individuale.
Credo che questo romanzo sarebbe anche una buona prima lettura per chi si accostasse per la prima volta alle mie opere.
C’è poi un altro libro, o piuttosto un insieme di tre libri, a cui sono profondamente legata.
Si tratta della trilogia che ho dedicato a un personaggio contemporaneo, in apparenza lontanissimo da me, di cui ignoravo l’esistenza e che ho conosciuto per caso il giorno della sua morte, il 20 aprile 2018.
Quel giorno lessi per la prima volta il nome del celebre DJ e compositore svedese Tim Bergling, conosciuto con il nome d’arte di Avicii.
Stranamente questo giovane, tragicamente scomparso a ventotto anni e appartenente a un mondo che fino a quel momento mi era ignoto e indifferente, ha destato in me prima attenzione e curiosità.
Poi compassione, ammirazione e, per quanto strano possa sembrare, profondo affetto.
Anche in questo caso non ho potuto fare a meno di dare forma scritta a questo tumulto di emozioni.
E così è nato “Il ragazzo luminoso”, che è stato seguito da altri due libri dedicati allo stesso artista: “Avicii, A Study in Darkness e un’altra storia” e “Tim, partitura a due voci”.
Consiglierei questi libri, specialmente il primo o il terzo, come prima lettura a persone giovani e amanti della musica contemporanea, ma anche a lettori di età più matura, che magari come me non hanno mai sentito nominare Avicii, ma sono disposti a lasciarsi travolgere da una storia luminosa e tragica.
Il romanzo Il centurione fortunato è stato pubblicato da Robin Editore, per la sezione Robin&sons, sotto il genere romanzo storico.
Per altri consigli di lettura potete consultare la nostra sezione Libri e Viaggi!
Se anche voi vorreste vedere pubblicata la recensione del vostro romanzo e l’intervista all’autore, affidatevi noi!
Scriveteci a saretta@iriseperiplotravel.com
29 Aprile 2022 alle 19:17
Caspita, a me piaceva Avicii, non sapevo che ci fossero dei libri dedicati a lui; adesso sono proprio curiosa di leggerli!
30 Aprile 2022 alle 17:39
Davvero singolare questo libro. Non mi ero mai imbattuta in una storia che parla di un centurione! Grazie per il passaparola.
2 Maggio 2022 alle 13:12
Bello il romanzo sulla vita di un centurione, ne sappiamo davvero poco su come vivevano