Ci fa piacere ospitare per la seconda volta sul nostro sito l’autrice Margherita Cucco, con il romanzo La ragazza che voleva viaggiare.
La nostra prima lettura della scrittrice è stata Il centurione fortunato e siamo rimasti piacevolmente attratti dalla sua scrittura.
Per questo oggi vogliamo consigliarvi anche questo libro, seguiteci in questo articolo per conoscerlo meglio.
E non perdetevi l’intervista con l’autrice Margherita Cucco, che ci racconterà un pò di lei e delle sue passioni.

Di che cosa parla La ragazza che voleva viaggiare di Margherita Cucco?

 Alda è la protagonista del romanzo, una ragazzina di buona famiglia dell’Alto medioevo che ha già segnato il suo destino.
Infatti la sua vita è già stata programmata dalla famiglia fin dalla sua nascita.
Lei invece vorrebbe essere libera, di vivere e viaggiare, e grazie a degli eventi imprevedibili finisce per intraprendere un viaggio lontano da casa.
Conoscerà dapprima il popolo dei Franchi, poi andrà nella terra dei Vichinghi. 
Con tante avventure e incontri inaspettati, la nostra protagonista crescerà interiormente e diventerà una donna.

margherita cucco

Come per il romanzo Il centurione fortunato, anche in questa lettura troviamo una giovane persona che ha un percorso di crescita.
Ed è sempre grazie ad un viaggio che Alda capisce davvero chi è e cosa vuole dalla vita.
La libertà e la curiosità ti fa crescere così come i viaggi, per questo noi amiamo essere dei travel blogger.
E adoriamo i romanzi dell’autrice Margherita Cucco, che con le sue pagine sembra ci conosca e ci racconti quello che più ci piace.
E come per il precedente romanzo letto della stessa autrice si denota subito la sua bravura nello scrivere.
La sua scrittura e semplice e scorrevole ma per niente banale, un’avventura appassionante che riesce ad incuriosire fin da subito.
Siamo certi che La ragazza che voleva viaggiare piacerà a tutti, soprattutto ai viaggiatori che amano la libertà.
Per questo ve lo consigliamo e sicuramente continueremo a leggere altri titoli dell’autrice Margherita Cucco.

L’intervista all’autrice Margherita Cucco

Possiamo dirlo? Adoriamo le interviste che facciamo a Margherita Cucco, perchè ha sempre molto da raccontare.
Perciò non perdetevi questa, siamo sicuri che alla fine dell’intervista avrete ancora più voglia di leggere i suoi titoli.

Ciao Margherita, grazie per essere di nuovo con noi, che cos’è per te scrivere, quali emozioni provi nella stesura di un romanzo?

Ho raccontato storie a me stessa fin da bambina, immedesimandomi con piacere nei personaggi più diversi.
Scrivere significa raccontare storie anche agli altri, prestando attenzione, naturalmente, alla trama e agli avvenimenti esterni, ma ancor più a ciò che succede nella mente e nel cuore dei personaggi; l’aspetto psicologico infatti è quello che più mi interessa e mi affascina, e mi piace scavare sempre più in profondità e seguire l’evoluzione del personaggio dall’interno.
Scrivere significa poi vivere con l’immaginazione esperienze che ovviamente mi sono precluse nella vita di ogni giorno, esplorare altri mondi e altre epoche, ma anche portare alla luce, a volte senza nemmeno rendermene conto, lati di me che di solito tengo nascosti, o dei quali addirittura ignoravo l’esistenza. Come ho già accennato nella precedente intervista, anche se nessun personaggio è propriamente autobiografico, in ognuno c’è sempre qualcosa dell’autore; credo che questo valga per tutti gli scrittori, ma certamente vale per me.
Quando scrivo sono calma e distaccata nell’elaborare la trama e nel narrare gli eventi, mentre, se sprofondo completamente in un personaggio e mi identifico con la sua anima e i suoi pensieri e sentimenti, allora ho la precisa sensazione di non essere io a raccontare, ma di scrivere sotto dettatura di una voce che mi domina imperiosamente.
Non succede per tutti i libri, né per tutte le parti di un libro, ma quando succede è una delle esperienze più entusiasmanti da vivere.

Ci piacerebbe sapere cosa ha significato per te scrivere questo romanzo, La ragazza che voleva viaggiare?

La necessaria premessa è che fin da bambina ho avuto una vera passione per i popoli cosiddetti barbari, soprattutto quelli del nord Europa; durante l’infanzia, e anche dopo, ho visto una quantità di film ambientati in questi mondi lontani, che mi hanno sempre affascinata.
Da adulta ho avuto modo di viaggiare (non quanto vorrei) nei paesi scandinavi, apprezzando profondamente la bellezza di una natura tanto diversa da quella mediterranea.
Da anni accarezzavo l’idea di raccontare una delle mie storie di incontri fra popoli diversi narrando le vicende di una ragazza che finiva nella terra dei Vichinghi, e all’inizio avevo rivolto la mia attenzione principalmente al lato avventuroso della storia.
Mentre scrivevo e prendevo confidenza con la mia protagonista sono emerse però, senza che io lo abbia cercato, altre tematiche: la condizione femminile di allora, ma anche di oggi in tanti posti; l’ossessivo tabù della verginità e il fatto conseguente di considerare una ragazza soltanto dal punto di vista fisico, guardando solo all’integrità del suo corpo e non alla sua anima; il fatto che ognuno di noi ha tempi di crescita diversi, e che non sempre lo sviluppo fisico e quello psicologico vanno di pari passo; il fatto che un “barbaro” può avere la sensibilità di comprendere ciò che molte persone “civili” non capiscono.
E poi, naturalmente, c’è la passione per i viaggi, la voglia e l’entusiasmo di conoscere il mondo, e questo è davvero un aspetto autobiografico, perché la passione per i viaggi si affianca in me a quella per i libri.

margherita cucco

Su un’isola deserta quali sono i tre libri che porteresti con te?

Una domanda davvero difficile, perché i libri che amo sono tantissimi; se dovessi proprio ridurmi a tre, credo che il primo sarebbe un bel volume con i poemi omerici, o almeno l’”Iliade”, ovviamente nel testo originale greco, perché contengono già “in nuce” tutta la narrativa dei secoli successivi e tutti i temi che contano: la guerra e la pace, i viaggi e le avventure, l’amore e l’amicizia, la violenza e gli affetti familiari…
Il secondo sarebbe la Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento, un altro di quei libri che, anche al di là dell’ambito specificamente religioso, contengono tutti i problemi e le vicende dell’uomo e offrono infiniti spunti di riflessione e meditazione.
Infine come terzo, non sapendomi decidere fra innumerevoli romanzi e libri di poesie, credo che porterei un grosso tomo di storia universale, che mi permetterebbe di ripercorrere le vicende dell’umanità, e soprattutto di trovare spunti per inventare altre storie e popolare l’isola deserta di tanti altri personaggi!

Il romanzo La ragazza che voleva viaggiare è stato pubblicato da Robin Edizioni, per la sezione Robin&Sons.

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